Sì lo sappiamo, Napoli non è certamente un luogo estraneo all’attualità, oppure una destinazione alternativa, specialmente negli ultimi anni, e neanche un luogo che potremmo definire propriamente “silenzioso”; eppure Silent_Geography è nato proprio qui, durante un fine settimana di fine gennaio 2020. Lungo la linea di costa del Mediterraneo che da via Caracciolo porta fino al molo di Mergellina, nella città che non è nostra per residenza anagrafica, ma nostra per identità e appartenenza.
Uno dei luoghi più vibranti e meticci della nostra Europa, Napoli potrebbe essere una misura di intensità, un riferimento per misurare l’energia delle città e dei centri urbani.
Una città che ritornerà spesso nelle riflessioni di questa pagina, per il suo rapporto storico con l’altrove, con il Mediterraneo e i popoli delle sue coste; città di uomini prima che di architettura, orgogliosamente antica, eppure moderna e profondamente occidentale, tanto da potere rappresentare un simbolo dell’Occidente.
“Vedi Napoli e poi muori” diceva J. W. Goehte, ma non fermatevi, aggiungiamo noi: “vedi anche l’entroterra e poi muori”!
Napoli sarà per noi un punto di partenza più che di arrivo; la nostra attenzione sarà rivolta specificatamente a quei luoghi apparentemente remoti a poche ore dall’aereoporto, dal porto, o dalla stazione Napoli Centrale. Paradisi di genuinità, terre marginali e poco esplorate, dell’entroterra ma anche della costa. il Mezzogiorno ma non solo, dove crediamo si nasconda un futuro ancora tutto da interpretare. Proveremo a guardare al Mezzogiorno da un’altra prospettiva, speriamo internazionale, come di quel lembo fertile, riserva di incroci e biodiversità, dell’Europa e del continente europeo che si estende nel cuore baricentrico del Mediterraneo, tra culture millenarie e tre diversi continenti. Cercheremo bellezze e resistenze, le cercheremo nella contemporaneità, cartoline senza cliché da spedire al mondo, a chi ha lasciato queste terre, a chi vuole farne visita, a chi ha intenzione di abitarle, oppure a chi cerca una motivazione per ri-abitarle. Fare resistenza geografica.
Ci spingeremo poi oltre, negli altri Mezzogiorno d’Europa per capire meglio il nostro: nel bacino del Mediterraneo tutto, per quanto ci sarà possibile lungo le sue coste settentrionali, orientali, occidentali e meridionali, nella nostra idea di abitare le sue sponde e questo pianeta chiamato Terra.
“Essere significa abitare”
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