La Geografia Silenziosa è una geografia in punta di piedi, una geografia che a noi piace definire delle “terre dove le cose succedono altrove”, di quegli spazi che non esistono oppure che esistono solo marginalmente nella narrazione contemporanea della attualità.
La Geografia Silenziosa è una geografia di resistenza, di resistenza ecologica, antropologica e culturale, consapevole dei fenomeni globali di turistificazione e gentrificazione, che si occupa di risorse umane, sociali ed ambientali, e che parla la lingua delle economie sostenibili.
La Geografia Silenziosa racconta spazi fisici ma anche immaginari, con una forte passione soprattutto per quelli utopici, incoraggia l’idealismo, le decrescite, e con esso dibattiti che aprano al rientro delle risorse umane e alla fiducia nel ripopolamento dei paesi delle aree interne.
La Geografia Silenziosa è convinta che il viaggio sia arte del mettersi in discussione, dei cambi di prospettiva, vedere la realtà da diverse angolazioni, e da più lontano, da prospettive sempre nuove e più ampie, per capire meglio noi stessi, le nostre società, e i luoghi che abitiamo.
“Essere significa abitare”.
Ultimo, ma non per ordine di importanza:
la Geografia Silenziosa è una geografia indipendente.
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Silent Geography nasce tra Berlino/Germania e l’Irpinia/italia con un travaglio di indecisioni ed insicurezze durato dal 2016 al 2020, anno del coronavirus, ma anche anno del coraggio, della pubblicazione del sito web e del primo articolo.
SG è un progetto ideato e coordinato da Paolo Picone / Studio Mondocubo
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